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CAPO CACCIA TORRE DELLA PEGNA

  • DURATA: 6 ore
  • LUNGHEZZA: 6 km
  • DISLIVELLO: 200 m.
  • DOVE: Capo Caccia – Alghero
  • ADATTO A: famiglie con ragazzi

Caratteristiche

Questa escursione è certamente una fra le più suggestive dell’Algherese, in primo luogo per la scenograficità del percorso, che per metà si svolge sulle creste delle falesie di Capo Caccia con un panorama incredibile da una parte sulle scogliere e il mare immenso, dall’altra sulla Baia di Porto Conte e la Rada di Alghero, e poi per la bellezza del contesto naturalistico della macchia mediterranea.

Come arrivare

Da Sassari prendere la 4 corsie per Alghero, uscita per Santa Maria La Palma direzione Capo Caccia.L’itinerario a piedi inizia dal parcheggio del belvedere di Capo Caccia, dai pressi del parcheggio del belvedere di Capo Caccia (a quota di circa 35 mt. slm), sale gradualmente con direzione N lungo le creste delle falesie fino a Torre della Pegna (a quota circa 270 mt. slm) e ridiscende in direzione SE in direzione Tramariglio per immettersi infine nella provinciale litoranea lungo la quale si percorre l’ultimo tratto fino al parcheggio di partenza. 

L’itinerario proposto può svilupparsi su un tracciato ad anello lungo circa di 6,5 chilometri. Ma si può però riprendere la via del rientro sullo stesso percorso fino a raggiungere le auto, in pratica con un percorso andata e ritorno sullo stesso tracciato costiero.

La meta è la Torre della Pegna (Pegna in spagnolo= punta, picco) da cui si ammira uno splendido panorama a 360° su tutta la costa di Alghero, l’area protetta di Porto Conte, Capo Caccia, Punta Cristallo.A picco sul mare a ca 270 mt. di altezza, la torre della Pegna è un punto di osservazione strategico, facente parte della rete di torri di avvistamento contro gli attacchi nemici soprattutto da parte di milizie arabe e francesi durante il periodo dell’occupazione Spagnola/Aragonese.

Florae Fauna:La vegetazione è costituita dalla macchia mediterranea, lentisco, cisto, palma nana, rosmarino e la spinosa centaurea horrida, un endemismo della zona di Capo Caccia, noto anche come cuscino della suocera. Inoltre Ginepro fenicio (Juniperus phoenicea) al quale fanno da contorno la Ginestra sarda (Genista sardoa, endemismo sardo-corso diffuso nell’area), l’Euphorbia dendroides, e l’Asparago selvatico (o Asparago spinoso, Asparagus acutifolius); nelle zone rocciose e con esigui strati di terreno, corrispondenti solitamente alle aree più esposte al vento e alla salsedine, la macchia mediterranea sfuma nella gariga delle piante xerofile come Limonio, Finocchio marino (Crithmum maritimum), Borracina (Sedum).

La zona è anche l’habitat di numerose specie di uccelli quali i grifoni, falchi, gabbiani, berte, colombacci e persino il falco pescatore. E’ altrettanto facile avvistare cinghiali, daini e asinelli

Durata del percorso: Tempo di percorrenza 6 h,Lunghezza 6 km,Dislivello 200 mt circa

 

Percorsi (studiati da intraprendere in autonomia): si può fare in autonomia, ma è meglio avvalersi di una guida; 

Segnaletica: omini e bollini blu

Destinatari famiglie con figli 0 – 17 anni: famiglie con ragazzi 

Fascia d’età: trekking su sentiero accidentato e a tratti roccioso, adatto a ragazzi più grandi, secondo il loro livello di esperienze di trekking. Il percorso non è particolarmente difficile, bisogna però prestare attenzione all’irregolarità del sentiero, in alcuni tratti si passa sui cosiddetti campi solcati, cioè rocce che presentano spaccature causate dall’erosione naturale. 

Grado di difficoltà (passeggino, zainetto, manina): IMPEGNATIVO, NON ADATTO

Riferimenti CAI (in caso di richiesta accompagnamento nei percorsi o disponibilità di guideGuide CAI disponibili.